Il servizio prende idea dalla rilevazione di bisogni
cosiddetti “leggeri”, ovvero che non debbano necessariamente venire soddisfatti da professionalità specifiche, ma che contribuiscono se ignorati ad aumentare il disagio di alcuni anziani che vedono così diminuire il benessere della loro vita domestica. Si fa riferimento il più delle volte alle piccole incombenze quotidiane quali il pagamento di alcune bollette, il ritiro dei farmaci presso la farmacia, la spesa, la necessità di recarsi alle visite mediche, la compagnia per una passeggiata.Il custode sociale infatti rileva i bisogni espressi e inespressi rispetto a segnalazioni che vendono dai servizi e dai care givers; ascolta le richieste e le problematiche e si attiva direttamente (ove possibile) per la loro soluzione; attiva azioni di orientamento e accompagnamento ai servizi pubblici e/o privati del territorio; mantiene i rapporti con gli anziani più fragili e le loro famiglie; attiva un monitoraggio continuo della situazione complessiva delle famiglie in carico nell’ottica della prevenzione sociale e sanitaria.La figura del Custode Sociale diviene quindi “antenna” dell’assistente sociale sul territorio e riferimento per gli anziani e le loro famiglie. Per questo motivo è tenuto a partecipare agli incontri di programmazione, monitoraggio e verifica fissate dall’Assistente sociale.

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L’avvio del progetto ha visto la realizzazione di fasi differenti, dall’identificazione e la selezione degli affidatari, alla definizione dell’obiettivo dell’affido, all’integrazione del modello nella comunità di riferimento, all’erogazione del servizio. Il percorso dell’affido è stato a sua volta co-progettato tra affidato e affidatario, con l’obiettivo di renderli protagonisti della loro relazione (dove incontrarsi, per quanto tempo, cosa fare, di cosa parlare…); il tutto sempre con l’appoggio, il monitoraggio e il coordinamento del gruppo operativo della Cooperativa Spazio Aperto e delle figure di riferimenti dei diversi Comuni.